Dal lontano 1983 il Palio Marinaro dell’Argentario porta con sé il mistero della sorte del cosiddetto “libro nero”, ovvero il registro dei verbali dal primo Palio in poi che prendeva questo nome dal colore della copertina. Un documento prezioso che venne trafugato durante una mostra nel Palazzo comunale e di cui non si è saputo più nulla.

Che fine ha fatto? Se lo chiedono ancora attoniti gli organizzatori di quell’evento che, tra l’altro, ebbe un’enorme successo. Era appunto l’estate di 38 anni fa e l’amministrazione nella persona di Mauro Schiano, allora vicesindaco e assessore alla cultura e al Palio, supportato da Eraldo Nieto, segretario del Comitato Palio, decise di metter su una mostra che “raccontasse”, attraverso foto e ricordi particolari, la storia della regata. Venne invitato chiunque ne avesse a portarli in Comune; qui sarebbero stati catalogati, messi in ordine e incorniciati in sala consiliare, non prima di rilasciare una ricevuta. La risposta fu entusiasta, magari preceduta dal timore che non sarebbe tornato al proprietario il materiale che poi iniziò ad arrivare numeroso.

Centinaia di foto organizzate per Rione o per anno furono esposte in sala consiliare e per diverse settimane a cavallo di Ferragosto la mostra rimase aperta tutti i giorni nelle ore serali riscuotendo uno straordinario successo di partecipazione. C’era persino un’urna in cui votare la foto più bella che sarebbe stata premiata al termine.

Assieme alle foto fu messo a disposizione, per poterlo consultare, il vecchio registro dei verbali del Palio. Non essendo possibile incorniciarlo, come le foto, tutti potevano sfogliarlo e leggere l’atto costitutivo del Palio e gli ordini di arrivo delle diverse edizioni. Al termine della mostra, ed al momento della riconsegna di tutte le foto, l’amara sorpresa. Il “libro nero” non c’era più. Qualcuno lo aveva rubato.

Chi è perché? Ancora non si sa. Il registro non aveva alcun valore di mercato ma fortemente affettivo, essendo rappresentativo della storia,della gente santostefanese e del suo legame con il mare.

“Rimanemmo tutti fortemente delusi e amareggiati – commenta oggi Mauro Schiano – anche perché dopo due mesi di impegno quotidiano che era stato apprezzato da tutta la cittadinanza e da quanti avevano a cuore il Palio, qualcuno aveva compiuto un gesto tanto riprovevole. Deve essere stato pure un tipo sciocco, dato che non lo può nemmeno far vedere perché tutti sanno che è stato trafugato e che era ed è proprietà di tutto il popolo santostefanese.

La cosa più amara – aggiunge – è stato constatare come ci si stato qualcuno che per proprio vezzo, forse per collezione, ha rubato qualcosa che aveva un significato inestimabile per la nostra comunità, per quanto narrava del suo passato, per il significato del suo presente e per le premesse del suo futuro”.

Sono dunque passati quasi quattro decenni e l’Ente Palio ritiene che sia il momento di rivolgere un appello a chi ha in mano i registri a restituirli alla pubblica fruizione della collettività. L’Ente Palio ha una propria sede dove potrebbe custodirlo con la massima sicurezza. E allora forza, facciamo sì che questo pezzo della nostra storia torni ad essere di tutti!