A Porto Santo Stefano dal 1937 si disputa ufficialmente il “Palio Marinaro dell’Argentario”, una regata che mette in competizione quattro battelli a remi in rappresentanza dei quattro rioni santostefanesi: Valle, Fortezza, Croce e Pilarella. Ogni equipaggio è composto da quattro vogatori ed un timoniere. La fatica degli equipaggi e la partecipazione corale degli abitanti dei rioni rispecchiano, rispettivamente, la dura vita dei pescatori e dei naviganti e le attese e le speranze di coloro che li aspettano sulla terra ferma.

La leggenda che sta all’origine del Palio Marinaro, risale all’epoca in cui le coste tirreniche erano saccheggiate dai pirati. Si narra che un “tartarone”, tipica imbarcazione da pesca di Porto Santo Stefano, mentre pescava al largo delle coste dell’Argentario, fu avvistato da una nave barbaresca. Per sfuggire alla cattura, l’equipaggio del “tartarone”, s’impegnò in una furiosa regata contro i pirati. Grazie alla forza, tenacia e abilità di voga, i santostefanesi raggiunsero una grotta nascosta dietro la Punta della Cacciarella, sfuggendo così ai predoni. Da allora, quel luogo, è da tutti conosciuto come “Grotta del turco”.

Già dagli inizi del Settecento, in ricordo di tale episodio, esistono testimonianze di organizzazioni di competizioni tra equipaggi di due tartaroni, rappresentanti uno i pirati e l’altro i pescatori santostefanesi, che ogni anno, si sfidavano in una lunga regata. Sebastiano Lambardi, nelle sue “Memorie del Monte Argentario” racconta che, nel 1701, in occasione della visita del Re spagnolo Filippo V, furono organizzate “corse di barche”.

Dalla seconda metà dell’Ottocento, i primi d’agosto, quando la stagione della balneazione raggiungeva il suo apice, in occasione della celebrazione del santo patrono, fu inserita nei festeggiamenti, una competizione tra barche a remi. Paesani e villeggianti erano coinvolti in questo avvenimento folkloristico. Il premio da conquistare era una bandana, offerta e consegnata ai vincitori dalle “signore bagnanti”, clienti dei bagni a Porto S. Stefano, nella piazza Vittorio Emanuele. Infine arriviamo al 1937 quando il Comune di Monte Argentario assunse l’organizzazione della regata, dettando norme e regole di quello che di lì in avanti venne chiamato Palio Marinaro dell’Argentario.

Tuttavia al di là della leggenda, il Palio Marinaro dell’Argentario non può che discendere dalla tradizione della marineria santostefanese, abituata a mettere la forza nel remo, sia per la pesca costiera che per trainare i velieri quando rimanevano in bonaccia. Ecco che la voga, una volta elemento determinante del lavoro a Porto S. Stefano, è diventata il mezzo che gli abitanti del luogo usano per esprimere il loro attaccamento al mare e alle tradizioni paesane.

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